L'ARCO SMONTABILE DELLA BEAR ARCHERY (1970-1972)

 


           
 

Nella moderna storia dell’arcieria tradizionale, oltre che per un evoluzione dei materiali costruttivi, si evidenziano dei particolari tecnici rivoluzionari che sono scaturiti da genialità e lunga sperimentazione.
Il sistema di giunzione, flettenti-impugnatura, progettato e realizzato da Fred Bear è qualcosa che non può passare inosservato in quanto stravolge il convenzionale concetto di assemblaggio.
Un costruttore d’archi “normale” realizza un take down usando viti o bulloni con relative rondelle ed inserti.

Questa è sicuramente la strada più semplice e sicura ma che richiede l’uso di un accessorio esterno, elemento che si può smarrire o potrebbe condizionare l’aspetto estetico.
Fred Bear non era un bowmaker normale, era un genio e se non avesse avuto la passione dell’arco il suo nome avrebbe sicuramente firmato qualche altro progetto innovativo dei nostri tempi.
Quando si giudica qualcosa fatta da un genio bisogna inevitabilmente guardare oltre la superficiale apparenza e in questo “meccanismo” di giunzione tra limbs e riser si voleva un risultato che escludesse ogni valutazione negativa.
Non bisogna dimenticare che la primaria motivazione di Fred Bear al progetto di un arco smontabile nasce per risolvere problemi di ingombro e ridurre la possibilità di rotture durante il trasporto per raggiungere i luoghi, spesso remoti, dove andare a caccia e dove la praticità e l’affidabilità erano irrinunciabili.
Arrivare con un’attrezzatura non in perfetto stato voleva dire compromettere l’intera spedizione.
Questo esclusivo sistema garantisce la massima funzionalità non richiedendo nessun utensile, le linee estetiche non vengono interrotte mantenendo in un take down la stessa eleganza ed armonia di un monolitico e per ultimo la rapidità nella sostituzione dei flettenti.

Io credo che in questo meccanismo si racchiuda buona parte della sapienza e della passione che Fred Bear ha dedicato, nel corso degli anni alle sue realizzazioni.
Dico questo a ragion veduta perché la sperimentazione inizia con un prototipo nel 1947 di cui l’autore non è soddisfatto e prosegue in sordina attraverso continue modifiche fino al 1967 dove il "sistema" prende sembianze definitive.

Dovranno trascorrere altri anni di collaudo prima che il nuovo arco smontabile ottenuto in questo modo venga introdotto sul mercato.

Dopo ben 23 anni lo troviamo per la prima volta nel catalogo del 1970.

Gli archi smontabili prodotti dalla Bear Archery dopo la scomparsa di Fred Bear nel 1988 hanno subito, purtroppo, vari cambiamenti ma il sistema di assemblaggio è sempre rimasto, tale e quale fino ad oggi.
Ho provato alcuni flettenti degli anni 70 sui moderni riser e calzano perfettamente.
Nemmeno la Hoyt con i suoi elevati standard tecnologici dedicati agli archi olimpionici è riuscita ad ottenere un risultato equivalente a dimostrazione che siamo di fronte ad un progetto che, per questo specifico uso, rappresenta la perfezione.

Il concetto di utilizzo è semplice ma non la sua realizzazione pratica.
Il fissaggio del meccanismo avviene inserendo parte dello stesso dentro delle fessure fresate nel riser.

Anche in questa lavorazione emerge una genialità che è quella di forare il metallo per consentire alla colla di creare dei perni atti ad aumentare l’adesione con il legno e la capacità di tenuta sotto sforzo.


Questo nuovo arco take down era realizzato da 3 diverse misure di riser classificate con le lettere "A" ,"B" e "C".

La "A" identificava il riser più corto, la "B" la misura intermedia e la "C" il più lungo.

Il Bear Take Down poteva essere ordinato con una delle tre diverse lunghezze di flettenti identificati con il n°1 più corto, il n°2 di lunghezza media ed il n°3 più lungo.

Questi flettenti possono essere trovati con tips bianche o rosse, quelli con tips bianche sono i più vecchi.

Combinando le 3 diverse lunghezze di flettenti con le 3 diverse lunghezze di riser si poteva ottenere un arco in un incredibile range di lunghezza da 56” a 70”.

 

Anche se la produzione di questo arco è stata interrotta ufficialmente nel 1972, alcuni componenti rimasero sugli scaffali della Bear.

Pochi archi con riser "A" e "B" furono assemblati nel 1973 e 1974.

Questi ultimi possono essere riconosciuti dai rispettivi numeri di serie scritti in bianco.

Nei tre anni di produzione uscirono dalla fabbrica n. 400 archi con riser "A", n. 800 archi con riser "B" e solo n. 300 con riser "C".

Anche se più rari questi ultimi hanno oggi un valore più basso semplicemente perché meno belli esteticamente a causa della loro lunghezza essendo più archi da tiro alla targa piuttosto che da caccia.

Purtroppo la produzione dei take down in legno è durata soltanto per il triennio 1970-1972, credo per ragioni commerciali a causa dell'elevato costo di realizzazione.

 
                   
 

Alcuni collezionisti danno grande importanza all'anno di fabbricazione di questi T.D. per determinarne il valore. In realtà, più che dall’anno di produzione il collezionista dovrebbe riferirsi al modello. I primi archi realizzati nel 1969/1970, attraverso il numero  seriale tra 1000 e vicino a 2000, sono indicati come I° Serie.

Gli archi realizzati nel 1971 e successivi, sono correttamente denominati II° Serie a causa del cambiamento di disegno del riser e hanno numero seriale da 2000 in poi.

Il numero di serie di tutti i Take Down inizia con una lettera che indica il tipo di riser in funzione della lungheza: A,B o C. Il maggior valore è riservato agli archi della serie I in quanto i “miglioramenti” della serie II causarono dei punti deboli nella resistenza del riser. Su questi archi la Bear consentiva di avere un’opzione: il ”Bear Premier Hunting Sight” presente nel catalogo con il riser “B” nel secondo e terzo anno di produzione. Questo mirino era installato nella finestra dell’arco, mediante uno scasso in cui alloggiava un binario celato da una mascherina che all'occorrenza veniva tolta e su cui si applicavano dei pins scorrevoli.